SPETTACOLI DI PROSA
Dai classici ai contemporanei, dalla commedia al dramma, dal monologo allo spettacolo corale.
I nostri spettacoli si adattano a diverse location e atmosfere, ci piace, infatti, cimentarci con testi diversi, con stili diversi e con linguaggi diversi.
Di seguito il nostro repertorio. Se vuoi organizzare un evento, fare una raccolta fondi, inserirci nella tua rassegna non esitare a contattarci.
Cuore di Ghiaccio
di Chiara Bertazzoni, Andrea Mazzola, Duilio Papi e Anna Villari
(durata 100’)
Rachele Ghicciardini è a capo di una famiglia che ha fondato le sue fortune sulla prospera industria degli armamenti. Vuole che la festa dei suoi cento anni non sia un giorno d’addio ma l’inizio di un nuovo entusiasmante viaggio. Parenti e amici accorrono al compleanno, per festeggiare la centenaria e per cercare di assicurarsi una fetta di eredità. Tutti e tutte pensano di meritarsene una fetta. Sperano che sia la più grossa. La festa sarà l’occasione per rivelare i veri volti dei potenziali eredi, in un gioco esilarante di ipocrisie, finte virtù e crudeli realtà.
Vizio di Famiglia
di Edoardo Erba
(durata 85’)
Una quarantenne sfortunata in amore è attratta da una nuova esperienza: affittare una famiglia. Una famiglia completa, con tanto di marito, figli, babysitter. E pure la suocera. Così l’esperienza diventa vera fino in fondo. Si rivolge a un’agenzia specializzata, di alto profilo, seria e molto ben referenziata. Vuole un’esperienza esclusiva, raffinata e davvero coinvolgente. Una nuova esperienza, una vacanza diversa dal solito. Ma come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli delle clausole scritte in piccolo. Troppo piccolo.
Gli amici si scelgono, i parenti no: ti ci ritrovi in famiglia e ti chiedi cosa tu abbia combinato per meritare una punizione così feroce. Ma l’affetto della famiglia è una forza umana potentissima, che lega più dei gusti e della ragione. Perciò, famiglia sia, costi quel che costi. Forse
Mia mamma parla con Gerry Scotti
di Chiara Bertazzoni
(durata 55’)
Quando vince un soggiorno a Tenerife, Claudia, quarantenne che trascina la propria esistenza ad accudire la mamma malata di Alzheimer, ha l’occasione di uscire dalla realtà che una mente che sta scomparendo le impone. Ma chi curerà la mamma in sua assenza? Elisa, l’altra figlia, donna sicura di sé e affermata, si offre per accudire la mamma, un azzardo che le aprirà un mondo da cui ha sempre voluto tenere le distanze. Saranno due settimane in cui i silenzi, le parole non dette si mischieranno a una realtà drammatica e comica al tempo stesso. Fino ad arrivare al cuore della sincerità, che emoziona e per la quale vale la pena di aver vissuto.
Un conto in sospeso
di Paolo Avanzi
(durata 60’)
Quando Sergio fa visita a Ugo, suo vecchio compagno del liceo diventato nel frattempo avvocato di successo, due mondi differenti, separati dal tempo e dalle vicissitudini della vita vengono improvvisamente a contatto. È l’occasione per rivedere con occhio critico il tempo della scuola, tanto lontano quanto importante anche dopo decine di anni. Ma non sempre scavare nel passato porta buoni frutti: una realtà che era rimasta nascosta per tanti anni emerge in tutta la sua intensità. E fa a pezzi la realtà attuale con il suo carico mai sopito di drammaticità. Il conto in sospeso verrà saldato?
Pomeriggi azzurri e lunghi
di Chiara Bertazzoni
(durata 80’)
Due uomini, detenuti, si ritrovano rinchiusi nella propria cella durante la pandemia. Sono completamente isolati, non hanno più alcun contatto con altri al di fuori dalla cella stessa, se non per la voce della direzione, che viene emessa dagli altoparlanti.
I giorni passano e i due aspettano, senza sapere cosa sarà di loro. Ognuno affronta la situazione secondo il proprio carattere: 123456 è combattivo e polemico, 654321, invece, è più fiducioso nelle istituzioni.
I due parlano, emergono differenze e punti di vista di un rapporto tanto complesso quanto profondo, al di là delle semplici parole.
Una metafora di un’unanimità in gabbia, prigioniera di un nemico invisibile e misterioso, che troverà, però, forse nuovi equilibri, in un continuo ripetersi circolare di eventi.
Tutta colpa di un topo
di Davide Berveglieri ed Erika
Fabiano
(durata 75’)
Una commedia grottesca che racconta come quotidianamente reprimiamo le emozioni: piangere è da deboli, non è bene mostrare ciò che proviamo, chi è forte, sopporta. Le convenzioni sociali ci impongono la razionalità e il controllo delle emozioni. Poi, con un’esplosione incontenibile finalmente esprimiamo le emozioni senza filtri. E diventiamo veri: magari non migliori ma certamente più umani.
L’importanza di
chiamarsi Ernesto
di Oscar Wilde
(durata 80’)
Perché una nuova messa in scena di una delle commedie più famose e rappresentate di Oscar Wilde? Perché oggi è attuale più che mai. Perché viviamo in una società in cui l’apparenza vince su tutto, che ha bisogno dell’irriverenza e dell’anticonformismo del miglior Wilde per svegliarsi dal torpore.
Questo testo ribalta le regole, stupisce, confonde, fa sorridere e, come ogni commedia che si rispetti, finisce bene. Dopo averci fatto riflettere, però.
Con Eterna
Riconoscenza
di Massimiliano Muià
(durata 70’)
Una domanda molto banale dà inizio a una serie di equivoci e rivelazioni inaspettate che rendono indimenticabile una normale e consueta cena tra amici.
Vincent 40enne, agente immobiliare sta per diventare padre. Per festeggiare l’evento è invitato a cena dalla sorella Elisabeth (Babou) e da suo marito Pierre, suo migliore amico, entrambi insegnanti. Alla cena c’è anche Claude, musicista trombonista d’orchestra e amico d’infanzia di tutti. Anna, la moglie di Vincent, è come sempre in ritardo. Durante l’attesa Vincent fa una rivelazione: la coppia ha deciso di chiamare il nascituro Adolf. Un “semplice” nome dà il via ad accuse che coinvolgono e travolgono tutti i presenti. Cosa vedrete in scena? Una brillante commedia fatta di dialoghi taglienti e incessanti equivoci dai risvolti inaspettati.
Oltre i confini dell’Ebro
di Alberto Canevali
(durata 60’)
Due artisti di varietà in un’epoca buia.
Due portatori sani di arte e divertimento vagano per le strade della guerra.
Un giorno si imbattono nelle milizie franchista, inconsapevoli di aver passato il confine dell’Ebro, nato da poco e sono costretti ad asservirsi al potere militare, sono costretti a fare uno spettacolo davanti ad un pubblico decisamente strano.
Fra numeri comici, operetta, canzoni e balli, ci si troverà di fronte ad una questione importante: l’arte può salvare la vita e l’anima di una persona?
Poesie da Terezìn
di Susanna Barta e
Manfredo Bertazzoni
(durata 60’)
Ricordare: verbo transitivo. Conservare nella memoria, rammentare.
Dare un significato a questa parola è quello che vuole fare lo spettacolo Poesie da Terezín.
Usando le parole, le immagini, le suggestioni di Ilse Weber, riviviamo, insieme al pubblico, una delle testimonianze più delicate e struggenti relative al genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti in quegli anni.
Le opere di questa scrittrice ceca di origine ebraica, internata presso il campo di concentramento di Terezín, dove si è occupata dei bambini detenuti, sono state salvate dal marito che, prima della deportazione ad Aushwitz, le ha sotterrate in una buca, nel capanno degli attrezzi, sottraendole così dalla distruzione.
Un viaggio condiviso tra attori e pubblico per non dimenticare.
Enigma
di Stefano Massini
(durata 65’)
Due cittadini della ex-DDR si incrociano dopo un incidente stradale in una sera piovosa nella Berlino riunificata. La loro è ostalgie, la nostalgia riflessiva di Berlino Est e così alterano il ricordo del passato, la gioventù serena, il bello della DDR, le notti di Berlino. Ma niente è come sembra: il passato non può rimanere sotto chiave per sempre.
Un thriller psicologico dove l’essenziale si nasconde nel dettaglio. Cercate di risolvere l’enigma. Oppure il meccanismo girerà a vuoto, senza soluzione.
Sognando Parigi
di Andrea Mazzola
(durata 75’)
Francesca e Stefano, futuri sposi, partono per Parigi, coronando così il loro sogno d’amore. La loro partenza porterà gli amici Sandro e Manuela ad alcune riflessioni sulla vita, sull’amore di coppia e sulla morte, arrivando quasi a mettere in discussione il loro rapporto.
Che cosa succede quando la realtà della vita ti piomba addosso inesorabile come una lama nel vento, quando il tempo si ferma all’improvviso, il fiato si fa corto e tutto ciò che non avresti mai immaginato diventa realtà? Manuela voleva bene a Francesca e non voleva credere al destino fino a quando non ne fu protagonista.
…ho dentro un circo, il lanciatore di coltelli ha come bersaglio il mio cuore e non sbaglia un colpo…
Carlotta
di Cristina Caridi
(durata 60’)
Chi è Carlotta? Una donna come tante che (come tante) si sente diversa da tutte quelle che conosce. Un giorno, seduta per terra nella sua stanza fa una scoperta che la porta a mettersi in discussione a 360 gradi e dal chiuso di quella stanza, eletto a suo rifugio, si confessa ad un’amica che forse è lì, ma forse anche no. Fatevi trasportare nel suo mondo e affidatevi a lei, non vi farà del male, promesso!
Sei autori in cerca d’un personaggio
di Andrea Mazzola
(durata 75’)
Per il 150esimo anniversario della nascita di Luigi Pirandello, un Teatro ha selezionato sei adattamenti di testi del drammaturgo siciliano. Il Regista aspetta l’arrivo degli autori e per ogni testo assegnerà uno o più attori. Quelli che arrivano sul palco però, non sono timidi scrittori impacciati e anonimi ma persone con caratteristiche psicologiche e sembianze fisiche uguali a quelle di alcuni protagonisti delle opere pirandelliane, come se scrivendo di loro li avessero assorbiti in se stessi. Sul palco si aggira anche un uomo che sembra provenire da un’altra epoca e che ci sembra di riconoscere, anche se ci par strano che a una festa così possa partecipare anche il festeggiato.